Iniziativa
Farmaci, integratori e abbronzatura: quali rischi per la pelle e come proteggersi
Referente attività: Antonella Di Sotto
Area di intervento: Salute pubblica e benessere
Durata dell’iniziativa: 2025-07-24
Eventuale URL dell'iniziativa: https://www.sifweb.org/sif-magazine/articolo/farmaci-integratori-e-abbronzatura-quali-rischi-per-la-pelle-e-come-proteggersi-2025-07-24
L’articolo analizza in modo chiaro e scientificamente fondato i rischi legati all’uso di farmaci, integratori e cosmetici per favorire l’abbronzatura, evidenziando meccanismi, effetti collaterali e pericoli dermatologici. Promuove una maggiore consapevolezza sull’impatto dei social media, incoraggia scelte informate e sottolinea l’importanza di rivolgersi a fonti affidabili per tutelare la salute della pelle, soprattutto nei soggetti più giovani.
- Cittadini di età e formazione diversa, partecipanti su scala nazionale, numero di partecipanti maggiore di 200: docenti del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia "V. Erspamer" e dell'Università Sapienza in generale, personale TAB, studenti, ricercatori.
- Cittadini di età e formazione diversa, partecipanti su scala nazionale, numero di partecipanti maggiore di 200: adulti, giovani, adolescenti, consumatori abituali di integratori alimentari e in maniera specifica prodotti a base di propoli, produttori, professionisti del settore sanitario e farmacologico, Società Italiana di Farmacologia, rete nazionale di divulgazione di SIF.
L’iniziativa mira a promuovere una cultura della prevenzione e della salute della pelle attraverso una divulgazione scientifica accessibile e fondata su evidenze. L’articolo affronta un tema di grande attualità, spesso sottovalutato, come quello dell’abbronzatura ottenuta mediante farmaci, integratori e cosmetici, evidenziando i potenziali rischi per la salute cutanea e sistemica. L’obiettivo è accrescere la consapevolezza del pubblico sui pericoli associati all’uso scorretto o non regolamentato di sostanze volte a modificare artificialmente il colore della pelle, contrastando i messaggi fuorvianti diffusi tramite social media e marketing estetico. Gli impatti attesi si articolano in tre dimensioni principali: (1) tutela della salute individuale e collettiva attraverso comportamenti più informati e sicuri; (2) riduzione dei rischi legati all’autoprescrizione e all’uso improprio di sostanze farmacologicamente attive o cosmetici non regolamentati; (3) rafforzamento di una cultura della salute basata su informazione scientifica e responsabilità individuale.
- Impatti sociali. L’articolo contribuisce a migliorare la conoscenza sui meccanismi dell’abbronzatura e sui prodotti comunemente utilizzati per accelerarla, chiarendo la differenza tra approcci sicuri (es. alimentazione ricca di carotenoidi) e pericolosi (uso di psoraleni, melanotan o autoabbronzanti inadeguati). Aiuta i cittadini, in particolare i giovani, a sviluppare un atteggiamento critico verso contenuti promozionali fuorvianti presenti su piattaforme social, rafforzando la capacità di riconoscere i segnali di rischio dermatologico. Inoltre, sottolinea l’importanza di rivolgersi a fonti affidabili e professionisti della salute, favorendo una maggiore propensione alla prevenzione e al controllo medico.
- Impatti economici. La maggiore consapevolezza dei rischi legati all’uso scorretto di farmaci e integratori per l’abbronzatura può contribuire a una riduzione degli accessi impropri ai servizi sanitari (es. dermatiti, fototossicità, ustioni, alterazioni cutanee persistenti), con benefici indiretti per la sostenibilità del sistema. Allo stesso tempo, l’informazione corretta può limitare la spesa privata per prodotti inutili o dannosi, riducendo gli sprechi e orientando i consumatori verso scelte più sicure ed efficaci.
- Impatti culturali. L’iniziativa favorisce un cambio di paradigma culturale, contrastando l’idea dell’abbronzatura come standard estetico assoluto e promuovendo una visione della salute della pelle come valore prioritario. L’articolo, inoltre, fornisce contenuti utili per programmi educativi rivolti a studenti, operatori sanitari e cittadini, valorizzando il ruolo della divulgazione scientifica nell’educazione alla salute. Il contenuto può essere integrato nei percorsi didattici universitari, nelle campagne di sensibilizzazione o nei materiali di aggiornamento professionale, contribuendo alla formazione di una cittadinanza più critica, consapevole e attenta alla propria salute.